Il 47% degli hedge fund tradizionali adesso investe in criptovalute

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Aniello Raul Barone
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Secondo un recente sondaggio condotto in maniera congiunta dall’Alternative Investment Management Association (AIMA) e da PwC e pubblicato oggi, giovedì 10 ottobre, il 47% degli hedge fund tradizionali investe oggi in criptovalute.

Si tratta di un aumento significativo rispetto al 29% del 2023 e al 37% del 2022, dal momento che interessa quasi la metà degli hedge fund tradizionali.

Tra i fondi che hanno già un’esposizione agli asset digitali, il 67% prevede di mantenere gli attuali livelli di investimento di capitale. Il 33% intende invece aumentare ulteriormente la propria esposizione entro la fine del 2024.

Il sondaggio, che è stato condotto nel secondo trimestre di quest’anno, ha coinvolto quasi 100 hedge fund di sei regioni, che gestiscono un patrimonio totale di circa 124,5 miliardi di dollari.

Gli hedge fund cambiano strategie di investimento e passano ai derivati, agli exchange centralizzati ed esplorano la tokenizzazione

Nell’ambito degli investimenti in criptovalute, le strategie più popolari tra gli hedge fund tradizionali sugli asset digitali sono quelle market-neutral e discretionary long-only, che risultano essere adottate dal 33% degli intervistati.

Gli exchange centralizzati (CEX) sono risultati essere le sedi di negoziazione preferite dal 58% degli hedge fund tradizionali; queste piattaforme sono preferite per la loro liquidità e facilità d’uso. Gli exchange decentralizzati (DEX) invece, utilizzati dal 33%, sono apprezzati perché offrono un maggiore controllo sugli asset.

Il 25% degli hedge fund tradizionali preferisce il trading over-the-counter (OTC), in quanto consente di effettuare grandi operazioni senza impattare sui prezzi di mercato.

Inoltre, c’è un notevole spostamento verso il trading di derivati negli asset digitali. Il suo utilizzo è salito al 58% nel 2024 dal 38% nel 2023, mentre il trading spot è sceso al 25% dopo il picco del 69% dello scorso anno. Questo spostamento segnala una crescente sofisticazione delle strategie degli hedge fund.

Distribuzione degli investimenti istituzionali negli asset digitali – Fonte: AIMA / PwC

Anche l’interesse dei fondi per la tokenizzazione è in netta crescita. Circa il 33% degli hedge fund intervistati è impegnato o sta esplorando la tokenizzazione, rispetto al 25% circa dello scorso anno.

Tra gli hedge fund focalizzati sugli asset digitali, il 12% sta già investendo in asset tokenizzati, sebbene permangano sfide normative.

L’approvazione degli ETF ha fatto da traino per gli investitori istituzionali

L’adozione istituzionale degli asset digitali è aumentata soprattutto grazie all’approvazione degli ETF Bitcoin spot negli Stati Uniti, avvenuta all’inizio di gennaio di quest’anno.

I giganti degli hedge fund, come Millennium, Capula e DE Shaw, possiedono ora ETF Bitcoin spot. Nel secondo trimestre, anche Goldman Sachs ha acquistato ETF Bitcoin spot per un valore di oltre 400 milioni di dollari.

Secondo il rapporto, i family office e gli individui ad alto patrimonio netto restano comunque i maggiori investitori nei fondi speculativi incentrati sulle criptovalute.

Oltre al lancio di ETF sulle criptovalute in Asia e negli Stati Uniti, la crescita degli investimenti in criptovalute da parte degli hedge fund tradizionali è dovuta anche alla maggiore chiarezza normativa a livello globale, come il regolamento MiCA (Markets in Crypto-Assets) introdotto nell’Unione Europea.

Ad affermarlo è James Delaney, amministratore delegato della regolamentazione della gestione patrimoniale presso AIMA, il quale ha spiegato che questa crescente chiarezza sta rendendo la classe degli asset digitali più attraente per gli hedge fund, offrendo opportunità redditizie nonostante la nota volatilità dei prezzi del mercato delle criptovalute.

Nonostante la recente crescita, molti sono ancora riluttanti a entrare nel mercato

Nonostante la crescita del settore, molti gestori di hedge fund tradizionali non sono ancora pronti a investire in criptovalute o in prodotti finanziari legati agli asset digitali.

Dal sondaggio risulta che il 76% degli hedge fund che hanno scelto di non investire in asset digitali, sono intenzionati a continuare su questa strada per i prossimi tre anni almeno, mentre nel 2023 erano soltanto il 54% a seguire questa politica.

Inoltre, è stato evidenziato che due terzi degli hedge fund tradizionali non hanno in programma di inserire gli ETF Bitcoin spot nelle loro strategie sugli asset digitali.

La maggior parte degli hedge fund che non investono in asset digitali, ha citato come ragione l’esclusione delle criptovaluta dai loro mandati di investimento. In sintesi, l’indagine evidenzia un crescente interesse per gli asset digitali da parte degli hedge fund tradizionali, ma indica anche notevoli ostacoli a una più ampia adozione.

L’interesse degli investitori istituzionali fa da innesco al rialzo per il mercato delle criptovalute

Il crescente interesse istituzionale ha spinto il prezzo di Bitcoin e di altri asset digitali verso l’alto da gennaio. Il prezzo di Bitcoin è aumentato di quasi il 50% dall’inizio dell’anno, ora ha una capitalizzazione di mercato di oltre 1,2 trilioni di dollari.

Il mercato complessivo delle criptovalute ha ora una capitalizzazione di 2,16 trilioni di dollari, in aumento rispetto agli 1,66 trilioni di dollari di gennaio.

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