FTX ha usato $ 10 miliardi di fondi dei clienti per sostenere Alameda Research e li ha persi tutti: cosa succederà ora?

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Ruholamin Haqshanas
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Emergono nuove notizie riguardanti FTX. L’exchange in crisi ha prestato miliardi di dollari di fondi degli utenti alla sua consociata Alameda Research per finanziare investimenti ad alto rischio.

FTX ha prestato più del 50% di asset dei suoi clienti

Secondo quanto riferito da un recente rapporto del Wall Street Journal, l’exchange ha concesso prestiti fino a 10 miliardi di dollari utilizzando il denaro depositato dai clienti. Visto che FTX gestiva 16 miliardi di dollari di asset, questo vuol dire che l’exchange ha prestato più del 50% dei suoi fondi.

Alameda, oltre a FTX, ha chiesto prestiti ad altre società finanziarie, per un totale di 1,5 miliardi di dollari. Frances Coppola, economista britannico, ha dichiarato:

“Un exchange non dovrebbe avere problemi a ottenere i depositi dei propri clienti”. “Non dovrebbe utilizzare quegli asset. Dovrebbero essere disponibili, in modo tale che le persone possano utilizzarli”.

All’inizio della settimana la piattaforma ha messo in pausa i prelievi dei clienti, dopo che sono incominciate le speculazioni riguardo ad una possibile carenza di liquidità, che hanno minato la fiducia dei clienti.

Secondo quanto riferito, gli utenti di FTX si sono subito precipitati a ritirare i propri fondi e, in sole 72 ore, sono stati prelevati 6 miliardi di dollari in token, contro i prelievi giornalieri che normalmente ammontavano a decine di milioni di dollari. Il ritmo dei prelievi ha reso la situazione disastrosa. SBF, non riuscendo a trovare un finanziatore o a vendere altri asset a breve, ha contattato CZ per farsi aiutare.

In seguito Binance ha annunciato di aver deciso di ritirarsi dall’accordo, sostenendo che l’exchange FTX aveva gestito in modo scorretto gli asset degli utenti e anche per le indagini normative in corso. Binance ha dichiarato:  

Inizialmente la nostra speranza era quella fornire liquidità per supportare i clienti di FTX, ma i problemi sono  al di fuori del nostro controllo o della nostra capacità d’intervento”.

I regolatori di tutto il mondo si scagliano contro FTX 

Secondo quanto riferito dal WSJ, subito dopo l’improvviso crollo di FTX le autorità di regolamentazione come la Securities and Exchange Commission (SEC) e il Dipartimento di Giustizia (DOJ) hanno incominciato ad indagare su FTX.

La notizie è arrivata poco dopo che la Securities Commission delle Bahamas ha congelato gli asset di FTX Digital Markets Ltd, ovvero la filiale locale della piattaforma. L’agenzia ha dichiarato di ritenere che il congelamento sia “la linea d’azione più prudente” e che sia finalizzato a stabilizzare la società e a mettere al sicuro gli asset.

Inoltre la Bahamas Securities Commission ha chiesto alla Corte Suprema di nominare un liquidatore provvisorio per FTX al fine di “ottenere il miglior risultato possibile per i clienti e le altre parti interessate”. La Commissione ha indicato come motivazione le segnalazioni relative a una gestione forse illegale degli asset degli utenti da parte dell’azienda.

Nel frattempo SBF ha dichiarato di essere alla ricerca di nuovi partner e di avere intenzione di raccogliere fondi nel tentativo di mantenere a galla l’exchange crypto. 

Inoltre Sam Bankman-Fried ha dichiarato in un tweet recente

“Ci sono diversi operatori con cui siamo in trattativa, LOI, term sheet, ecc. Vedremo come andrà a finire”.

 

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