FTX cerca approvazione in tribunale: il ruolo chiave dei clienti cinesi

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FTX vuole il sostegno del tribunale per contestare le richieste provenienti da 49 giurisdizioni, per lo più cinesi.
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Laura Di Maria
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FTX sta chiedendo aiuto in tribunale per contestare le richieste di risarcimento che provengono da 49 paesi sottoposti a restrizioni giuridiche. Di questi, i clienti cinesi rappresentano l’82%, e in totale le richieste di questo tipo di clienti rappresenta il 5% degli aventi diritto.

Se dovesse ottenere l’appoggio del tribunale, FTX metterebbe in difficoltà quella parte di creditori che opera in paesi in cui è vietato il trading, o dove FTX non disponeva delle necessarie licenze per operare.

Secondo Sunil, un attivista tra i creditori di FTX, il fondo istituito per il risarcimento dei creditori, FTX Recovery Trust, sta tentando una strada controversa. Se il tribunale darà ragione al trust, le richieste dei creditori che risiedono in questi paesi potrebbero essere congelate fino a quando un’autorità legale non riconosca il loro diritto al risarcimento.

Tra i paesi nell’elenco su cui vigono restrizioni ci sono Cina, Russia, Iran, Corea del Nord e altri 45 stati dove le leggi locali vietano il trading crypto o dove FTX operava senza le opportune licenze.

Secondo la procedura proposta, i creditori interessati riceveranno un preavviso di 45 giorni per opporsi, chiedendo di non includere i proprio paese nelle liste di quelli sottoposti a restrizioni.

Chi non risponderà entro il termine indicato potrebbe perdere completamente i diritti al risarcimento.

Il Trust dovrà presentare dichiarazioni giurate in cui rinuncia alla notifica degli atti e si sottopone alla giurisdizione del tribunale per eventuali obiezioni.

Questa novità rischia di ritardare o addirittura annullare i risarcimenti a favore di migliaia di creditori che aspettano da oltre due anni, dopo il crollo di FTX avvenuto a novembre 2022.

La piattaforma ha già distribuito 6,2 miliardi di dollari in due tranche principali. L’ultimo pagamento da 5 miliardi è stato emesso lo scorso maggio.

I creditori cinesi si organizzano per ricorrere contro la proposta di FTX

I creditori cinesi stanno organizzando ricorsi legali contro la classificazione di giurisdizione sottoposta a restrizioni. Sostengono che la Cina continentale riconosce le criptovalute come beni e permette ai residenti di possedere asset digitali.

Un creditore ha contattato un avvocato di New York per presentare obiezioni durante tutte le fasi processuali.

“Anche se la Cina continentale non sostiene il trading di criptovalute, i residenti hanno il diritto di possederle”, ha dichiarato il creditore. “La legge riconosce la natura di bene delle valute virtuali”.

Il processo di rimborso utilizza il dollaro USA per la liquidazione e i residenti cinesi possono legalmente possedere dollari all’estero, nonostante i limiti imposti ai trasferimenti.

L’utente di FTX si chiede anche perché non vengano supportati i pagamenti tramite bonifico bancario in base ai requisiti giuridici.

Il Trust sostiene che le leggi locali creino rischi tali da giustificare il trattamento differente di questo tipo di richieste.

Con questa nuova procedura, i creditori dovranno faticare parecchio prima di vedere approvate le loro richieste di risarcimento. Dovranno presentare le loro dichiarazioni giurate di legittimità che dovranno essere accettate dai tribunali statunitensi.

Il processo richiede risorse legali ingenti che molti creditori singoli non possono permettersi.

I nuovi criteri di identificazione dei creditori rende difficile il processo di risarcimento

FTX ha provveduto con due tranche a risarcire i creditori a partire dallo scorso febbraio.

La prima tranche è stata di 1,2 miliardi di dollari per i creditori della convenience class con richieste inferiori a 50.000 dollari, mentre la seconda ha raggiunto 5 miliardi di dollari per i creditori con crediti maggiori.

Le richieste dei clienti Dotcom hanno ricevuto il 72% dei fondi erogati, mentre quelle dei clienti statunitensi il 54%.

Le richieste generali non garantite e i prestiti in asset digitali hanno ricevuto entrambe il 61%. Le convenience claims sono state rimborsate al 120%, compreso il 9% di interesse annuo.

Inoltre, l’exchange ha aggiunto Payoneer come terzo distributore ufficiale insieme a BitGo e Kraken per ampliare l’accessibilità ai pagamenti in 93 paesi.

I creditori che si trovano nei paesi sottoposti a restrizione, restano però esclusi da questi canali di distribuzione.

Gli avvocati di FTX hanno messo in tasca un’altra grossa vittoria. Il tribunale non ha accettato la richiesta di risarcimenti da 1,5 miliardi di dollari di Three Arrows Capital, sostenendo che le perdite dell’hedge fund erano dovute a strategie di trading fallite e non a liquidazioni improprie.

Il tribunale ha respinto la richiesta di 3AC definendola “infondata e dovuta agli errori di trading dello stesso fondo”.

Sam Bankman-Fried, ex CEO di FTX, resterà in carcere fino al dicembre 2044 dopo una condanna a 25 anni per frode.

È stato recentemente trasferito in una struttura in Oklahoma dopo aver trascorso un periodo in isolamento per un’intervista non autorizzata.

Per quanto riguarda gli altri coinvolti, la leggenda del basket Shaquille O’Neal ha pagato una sanzione da 1,8 milioni di dollari per aver promosso FTX. In questo modo, è diventato il primo nome noto del jet set a patteggiare una pena legata al caso dell’exchange fallito.

Altri testimonial famosi, tra cui Tom Brady e Kevin O’Leary, devono ancora affrontare nuove beghe in tribunale.

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