Elizabeth Warren si oppone alle iniziative di lobby sulla blockchain

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Aniello Raul Barone
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La senatrice Elizabeth Warren ha tuonato contro le lobby delle crypto che, a suo dire, si annidano a Washington, invitando le parti interessate a sostenere i regolamenti per limitare il finanziamento al terrorismo.

In una lettera indirizzata all’Associazione Blockchain degli Stati Uniti, la senatrice ha espresso il suo disappunto per i crescenti sforzi volti ad ostacolare i tentativi dell’attuale amministrazione di arginare l’afflusso dei fondi diretti ai terroristi e altre questioni etiche in materia.

Secondo la lettera, l’Associazione Blockchain e altri dirigenti hanno schierato un team di ex funzionari della difesa e delle forze dell’ordine nazionali per dirigere gli sforzi delle lobby a Washington. Nella lettera si legge:

“Vi scrivo in merito a un nuovo preoccupante rapporto secondo il quale la vostra Associazione sta mettendo in campo un’arma “non tanto segreta”: un esercito di ex funzionari della difesa, della sicurezza nazionale e delle forze dell’ordine, per minare gli sforzi bipartisan del Congresso e dell’Amministrazione Biden nel contrasto al ruolo delle criptovalute nel finanziamento di Hamas e di altre organizzazioni terroristiche”.

Citando l’attacco del 7 ottobre da parte di Hamas contro Israele, la lettera afferma che sono emerse ulteriori informazioni sul modo in cui le organizzazioni terroristiche si finanziano utilizzando gli asset digitali, sottolineando l’incapacità degli exchange di segnalare le transazioni destinate ai gruppi terroristici e ai criminali informatici.

Bisogna sottolineare, però, che le accuse relative ai milioni di dollari in criptovalute utilizzate per finanziare gruppi terroristici, sono state smentite da diverse società di analisi on-chain.

In seguito agli attacchi del 7 ottobre, il Wall Street Journal ha pubblicato un rapporto in cui si afferma che le organizzazioni terroristiche si finanziano attraverso le attività digitali per milioni di dollari.

Nel frattempo, diverse aziende come Chainalysis hanno definito il rapporto esagerato, invitando a fermare tutti i finanziamenti al terrorismo, di qualsiasi tipo.

Le aziende di asset digitali intensificano le azioni di lobby

La senatrice ha aggiunto che il Congresso ha introdotto diverse legislazioni per affrontare i problemi di riciclaggio del denaro e altre problemi analoghi; ma i leader dell’industria delle criptovalute, nei loro tentativi di lobby, si sono concentrati sul ritardare o negare le neonate norme.

Secondo il media Politico, il settore crypto sta sfruttando un’arma che include contatti con le forze dell’ordine per spingere i propri interessi.

Di recente, Coinbase è stato un grande leader contro le normative poco chiare negli Stati Uniti, e si è impegnato in più di un’occasione per ottenere una chiara definizione delle regole attraverso i tribunali e il Congresso.

L’azienda ha speso 2,16 milioni di dollari in attività di lobby crittografica, insieme agli sforzi di altre aziende per sviluppare regolamenti che proteggano tutte le parti interessate.

Kristin Smith, a capo dell’Associazione Blockchain, ha sottolineato l’obiettivo di creare un quadro di buon senso che differisca dalle affermazioni che la senatrice Warren ha fatto nella sua lettera.

“Il nostro obiettivo è quello di impegnarci direttamente con i politici, costruire relazioni e colmare il divario educativo per costruire un quadro normativo di buon senso”.

Problemi etici nel lobbismo crypto

Infine, ha sottolineato la questione etica degli ex politici “arruolati” da aziende private per fare pressione sul Congresso. I cittadini meritano di sapere fino a che punto le società di criptovaluta stanno usando questa pratica per combattere le leggi antiriciclaggio.

La senatrice Warren ha chiesto informazioni sul numero di ex militari e funzionari pubblici impiegati dall’Associazione, sui loro ruoli e sul relativo codice etico per contattare gli ex funzionari governativi.

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