Dopo il crollo del 93% di TIA, il cofondatore di Celestia vuole eliminare lo staking
Crediamo nella completa trasparenza con i nostri lettori. Alcuni dei nostri contenuti includono link di affiliazione e potremmo guadagnare una commissione attraverso queste partnership. Tuttavia, questa potenziale compensazione non influenza mai le nostre analisi, opinioni o pareri. I nostri contenuti editoriali vengono creati indipendentemente dalle nostre partnership di marketing e le nostre valutazioni si basano esclusivamente sui nostri criteri di valutazione stabiliti. Per saperne di più clicca qui.

I leader della comunità di Celestia, la blockchain modulare che un tempo era molto popolare, stanno ora spingendo per un cambiamento radicale.
Domenica 22 giugno uno dei co-fondatori della rete, John Adler, ha proposto di abbandonare il meccanismo di consenso Proof of Stake (PoS) per sostituirlo con un nuovo sistema di consenso sperimentale chiamato Proof of Governance (PoG).
In un post pubblicato sul forum di governance di Celestia, Adler ha affermato che la PoG eliminerà la necessità di complicati token di liquid staking, e ha aggiunto:
“Separando la sicurezza dal REV, la Proof of Governance consentirebbe al protocollo di ridurre di 20 volte l’emissione del token TIA di Celestia, dall’attuale 5% allo 0,25% circa, senza compromettere la sicurezza della blockchain”.
Una decisione drammatica
A prima vista potrebbe apparire una decisione drammatica, ma tempi drastici richiedono misure drastiche.
La domanda dei servizi di disponibilità dei dati di Celestia non ha soddisfatto le aspettative e il prezzo del suo token nativo TIA è crollato del 93% dal suo massimo storico, dopo che i primi investitori che sono passati all’incasso.

La Proof of Governance prevede che i possessori di token eleggano direttamente gli operatori che gestiscono la blockchain senza bloccare i token guadagnando ricompense attraverso lo staking.
I sostenitori della Proof of Governance ritengono che elimina passaggi inutili, è più efficiente in termini di costi e mantiene le stesse garanzie di sicurezza della Proof of Stake.
Adler ha affermato che l’implementazione di questa modifica consentirà a Celestia di dare maggiore priorità ai ricavi generati dai suoi servizi di disponibilità dei dati e di aumentare il valore per i possessori di token TIA.
I problemi dello staking
Celestia ha già affrontato in passato diverse critiche per il suo modello Proof of Stake.
I critici sostengono che l’inflazione del token TIA, derivante dagli elevati premi di staking, sta danneggiando la rete.
Celestia è programmata per distribuire ogni anno agli staker un quantitativo di token TIA pari a poco meno dell’8% dell’offerta totale in circolazione. Si tratta di circa 127 milioni di dollari di ricompense al prezzo attuale, ovvero il 13% del valore di mercato totale del token.
Altri hanno criticato il progetto per aver permesso a investitori di venture capital, come Polychain Capital, di mettere in staking i propri token acquisiti, consentendo loro di vendere le ricompense mentre i loro investimenti primari rimangono bloccati.
Adler ha evidenziato che lo staking potrebbe essere solo un passo inutile nella scelta degli operatori che gestiscono la rete.
Egli sostiene che tutto ciò che lo staking ottiene è punire coloro che scelgono di non mettere in staking i propri token, riducendo la loro quota sulla rete nel corso del tempo.
Adler è convinto che, economicamente parlando, rimuovere lo staking equivarrebbe a creare un sistema più equo.
Ricompense per lo staking
Con l’eliminazione dello staking e delle relative ricompense, l’unica cosa che la rete deve fare è ricompensare gli operatori che ne gestiscono l’infrastruttura.
Rimuovendo lo staking diventa superflua anche l’applicazione di multe agli operatori, attività definita con il termine slashing, perché la minaccia che i possessori di token votino per espellere gli operatori dalla rete, facendogli così perdere i premi, è più che sufficiente per garantire che elaborino correttamente le transazioni.
Celestia non è l’unica blockchain alle prese con il gran numero di token che distribuisce agli staker
A febbraio, Justin Drake, ricercatore della Ethereum Foundation, ha proposto di porre un limite alla quantità di ricompense di staking distribuite dalla rete Ethereum nel tentativo di correggere la sua tokenomics “difettosa”.
Celestia ha anche approvato una proposta per ridurre le ricompense di staking dall’8% circa al 5%, anche se questa modifica non è ancora stata implementata.
Secondo il modello Proof of Governance proposto da Adler, i nuovi token emessi ogni anno sulla rete potrebbero scendere allo 0,25%, ovvero da 127 milioni di dollari a 4 milioni di dollari.
Il nuovo sistema comporterà una profonda ristrutturazione
A differenza del sistema Proof of Stake, che è codificato nella blockchain stessa, il meccanismo di convalida Proof of Governance funzionerà off-chain perché la blockchain Celestia non supporta il voto di governance.
Alcuni puristi della blockchain potrebbero opporsi all’idea di non avere un elemento chiave dell’infrastruttura blockchain sancito nel codice, ma Adler sostiene che un sistema del genere è sicuro quanto i sistemi on-chain comparabili e sottolinea che Celestia è già supportata da una governance off-chain.
Finora, le risposte alla proposta Proof of Governance sono state positive. La discussione sull’idea è ancora in corso.
- L’intelligenza artificiale prevede il prezzo di XRP per il 1° agosto 2025
- L’AI di ChatGPT ha previsto quando XRP raggiungerà i 5 dollari
- L’intelligenza artificiale di Grok prevede il prezzo di XRP
- Causa legale XRP: Ripple ha pagato $125 milioni in contanti
- Previsioni prezzo XRP: investitori in allerta per il 14, 21 e 25 luglio
- L’intelligenza artificiale prevede il prezzo di XRP per il 1° agosto 2025
- L’AI di ChatGPT ha previsto quando XRP raggiungerà i 5 dollari
- L’intelligenza artificiale di Grok prevede il prezzo di XRP
- Causa legale XRP: Ripple ha pagato $125 milioni in contanti
- Previsioni prezzo XRP: investitori in allerta per il 14, 21 e 25 luglio