Criptovalute e Fisco: al via il 730 precompilato da oggi pomeriggio!

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Christian Boscolo
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A partire da questo pomeriggio, giovedì 11 maggio, i contribuenti italiani potranno inviare il loro modello precompilato per la dichiarazione dei redditi. L’operazione sarà possibile accedendo all’area riservata del sito delle Entrate con le proprie credenziali tramite il sistema di identificazione digitale Spid.

Una volta effettuato l’accesso, i contribuenti si troveranno di fronte all’ultima verifica per la conferma dei dati inseriti, che includono il conteggio a credito con la possibilità di un rimborso, oppure il conteggio a debito proposto dall’Agenzia delle Entrate. È possibile anche modificare o integrare alcune informazioni rispetto a quelle già inserite, soprattutto per quanto riguarda gli oneri che danno diritto a deduzioni o detrazioni.

Del resto la stagione fiscale del 730/2023 si annuncia piuttosto lunga, poiché il termine ultimo per l’invio del modello scadrà il prossimo lunedì 2 ottobre, con diversi mesi a disposizione per completare la dichiarazione dei redditi.

Come dichiarare le criptovalute ai fini fiscali?

È la domanda che molti contribuenti si stanno ponendo in vista della prossima scadenza per la presentazione della dichiarazione dei redditi. La Legge n. 197/22 ha stabilito che i proventi derivanti dalla rimborso, cessione, permuta o detenzione di criptovalute rientrano nella categoria dei redditi diversi ex articolo 67, comma 1, lettera c-sexies del TUIR.

Inoltre, l’articolo 68, comma 10 del TUIR prevede che le plusvalenze siano costituite dalla differenza tra il corrispettivo percepito e il costo o valore iniziale di acquisto, mentre le minusvalenze possono essere portate in deduzione integrale alle plusvalenze nei successivi periodi fiscali, ma non oltre il quarto.

Ma attenzione, la conversione delle criptovalute in valuta fiat o l’acquisto di beni o servizi con le valute virtuali assume particolare rilevanza fiscale.

La Legge di Bilancio 2023 ha infatti chiarito che “non assume rilevanza lo scambio tra valute virtuali, mentre assume rilevanza fiscale l’utilizzo di una cripto-attività per l’acquisto di un bene o un servizio o di un’altra tipologia di cripto-attività o la conversione di una currency in euro o in valuta estera”.

Quadro RW: la dichiarazione è obbligatoria

La nuova legge di bilancio ha stabilito l’obbligatorietà della dichiarazione anche se non è stata fatta alcuna conversione in valuta Fiat o prelievo.

Nel quadro RW dovrà essere indicato/dichiarato il valore iniziale delle cripto-attività e quello finale, al 31/12. In caso di plusvalenza, se non viene fatta alcuna conversione, non si dovrà pagare alcuna imposta.

Le nuove norme prevedono anche la possibilità per gli exchange di diventare sostituti d’imposta. In questo modo saranno loro a preoccuparsi delle tasse come accade con le banche quando detenete titoli o azioni.

Non ho mai dichiarato cripto al fisco, cosa devo fare?

Per chi non ha mai dichiarato le crypto la nuova legge di bilancio ha introdotto una sanzione ridotta pari allo 0,5% del totale per ogni anno di mancato monitoraggio. Il calcolo va fatto a partire dal 31/12/2021.  Questo se non sono state fatte conversioni in valuta Fiat.

In caso contrario (ovvero conversione in Fiat con plusvalenza prima del 31/12/2021) ci si può mettere in regola pagando un’imposta sostitutiva del 3,5% a cui va aggiunto lo 0,5% per ogni anno di mancato monitoraggio.

Chi detiene criptovalute, NFT e simili deve versare annualmente un’imposta di bollo del 2 per mille di quanto detenuto. La prima scadenza però dovrebbe essere a giugno del 2024.

Cashback e staking?

Sono entrambi soggetti a tassazione, così come gli Airdrop, ma anche qui va considerata la franchigia dei 2.000 euro. Anche il mining potrebbe essere tassato.

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