Il “tribalismo” di BTC e crypto danneggia l’intero mercato
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Secondo Brad Garlinghouse, CEO della società fintech americana Ripple, affiliata a XRP, il “tribalismo” che si è formato attorno a bitcoin (BTC) e altri crypto asset sta diventando un problema per l’intero mercato delle criptovalute.
Secondo un rapporto della CNBC, i commenti sono stati fatti in una conversazione durante la settimana Blockchain di Parigi la scorsa settimana.
Garlinghouse ha affermato: “Possiedo bitcoin, possiedo ether, ne possiedo altri. Sono fermamente convinto che questo settore continuerà a prosperare”. Inoltre ha aggiunto che “la polarizzazione non è salutare a mio giudizio”.
Ha anche notato che il “tribalismo” visto oggi indica che gli sforzi per fare pressioni sui politici negli Stati Uniti per normative favorevoli si sono trasformati in “rappresentanza frammentata” da parte dell’industria delle criptovalute.
Nella conversazione, Garlinghouse ha anche confrontato l’industria delle criptovalute di oggi con lo sviluppo dell’industria IT tra la fine degli anni ’90 e l’inizio degli anni 2000.
Garlinghouse ha affermato: “Yahoo potrebbe avere successo e anche eBay […] Stanno risolvendo diversi problemi”. Ha aggiunto che le due società possono avere entrambe successo, perché “ci sono casi d’uso diversi, pubblici diversi e mercati diversi”.
Ha detto: “Penso che molti di questi parallelismi esistano oggi”.
I commenti della scorsa settimana di Garlinghouse seguono una serie di colpi contro bitcoin in particolare da parte dei rappresentanti di Ripple.
Il mese scorso, il co-fondatore di Ripple Chris Larsen, critico di lunga data del meccanismo di consenso della proof-of-work (PoW) di Bitcoin, ha collaborato con Greenpeace per finanziare una campagna da 5 milioni di dollari volta a screditare la proof-o-work a favore della proof-of-stake (PoS).
Nel frattempo, anche lo stesso Garlinghouse non è estraneo agli attacchi a Bitcoin, in precedenza definendo il mining della criptovaluta “un enorme spreco” e dicendo che “non è l’ideale” per i pagamenti.
Ripple è impegnata in una lunga battaglia giudiziaria contro la Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti sulla vendita del token XRP, che secondo la SEC costituisce una vendita illegale di titoli.
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