Bitcoin in recupero a $55.000 ma lo attende la croce della morte
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Le previsioni delle criptovalute e del mercato azionario sono da sempre molto apprezzate dagli utenti anche se non sempre mantengono le promesse. Le statistiche vanno sempre prese con le pinze, perché condizionate dall’economia e altre situazioni contingenti.
Questo non impedisce agli analisti di fornirle con una certa regolarità e alla stampa di pubblicarle (siamo colpevoli, ndr) anche per cercare di trovare qualche nuova chiave di lettura del mercato.
Alcuni indicatori sono lenti e hanno un potere predittivo limitato, eppure fanno sempre notizia provocando il panico tra gli investitori inesperti.
Uno di questi esempi è il Death Cross di Bitcoin che, forse per il nome inquietante, tende a scatenare paura e sgomento sui social media, nonostante le previsioni non si siano rivelate quasi mai veritiere.
Un -Death Cross o Croce della morte, si verifica quando la media mobile semplice (SMA) a 50 giorni del prezzo di mercato di un asset scende al di sotto della SMA a 200 giorni.
In questo momento, la SMA a 50 giorni del prezzo di bitcoin è a 62.332 dollari e sta scendendo, indicando un potenziale incrocio con la SMA a 200 giorni a 61.605 dollari.

Lo sviluppo di una death cross viene interpretato come un segnale ribassista e può portare a una distorsione cognitiva che spinge i trader inesperti a saltare alla peggiore conclusione possibile, spesso con informazioni e comprensione limitate.
La reazione eccessiva è tipica, soprattutto quando il sentiment è già negativo, come nel caso di BTC nonostante il recupero di oggi. Il dato settimanale ci consegna infatti una perdita del 20% per BTC, anche se ha riguadagnato il livello dei 55.000 dollari.
Attenzione alle trappole
In realtà, il grafico mostra solo l’azione dei prezzi negli ultimi 50 giorni. Il precedente death cross, avvenuto il 12 settembre 2023, è stato una grande trappola per orsi o come direbbero gli inglesi, una Bear Trap.
I precedenti nove death cross hanno avuto un bilancio contrastante; solo cinque hanno fatto presagire prolungate tendenze al ribasso.
In sintesi, il death cross non è affidabile come indicatore unico. Le prospettive a breve termine di Bitcoin dipendono in larga misura dai dati economici statunitensi e, nel caso specifico di lunedì, dalla volatilità dello yen giapponese.
La continua domanda di yen sui mercati valutari potrebbe danneggiare ulteriormente i carry trader e tenere sotto pressione gli asset ad alto rischio, come BTC.
Carry Trader, che cosa sono e perché hanno causato il crollo della borsa giapponese?
A proposito, se avete letto di quello che è successo in Giappone, con la borsa che ha perso il 12% in una giornata (oggi ha però riguadagnato il 10%, ndr) ecco una breve spiegazione.
Un carry trader è un investitore o trader che cerca di guadagnare dalla differenza tra i tassi di interesse di due valute diverse.

Il trader prende in prestito una valuta che ha un tasso di interesse molto basso. Ad esempio, yen giapponesi (JPY), e poi li converte in una valuta che ha un tasso di interesse più alto, ad esempio dollari australiani (AUD). Poi, investe questi dollari in un’attività che rende il tasso di interesse più alto.
Il profitto deriva dalla differenza tra il tasso di interesse pagato sulla valuta presa in prestito (in questo caso il yen) e il tasso di interesse guadagnato sulla valuta in cui si è investito (in questo caso il dollaro australiano). Se il tasso di interesse del dollaro australiano è del 5% e il tasso di interesse del yen è dello 0,5%, il trader guadagna la differenza, cioè il 4,5%.
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