Bitcoin crolla sotto i 76.500$ ma potrebbe risalire a 85.000$ secondo questo analista

Il lunedì si apre in profondo rosso per Bitcoin, che perde il 2% e scende sotto quota 76.500 dollari, rompendo livelli tecnici chiave.
Un calo che arriva in un contesto già teso, aggravato dalle nuove politiche tariffarie del presidente statunitense Donald Trump, che ha annunciato dazi del 10% su tutte le importazioni e fino al 54% su alcuni Paesi.
Il risultato è stato devastante: quasi 5.000 miliardi di dollari bruciati in una sola seduta nei mercati azionari globali. L’S&P 500 ha registrato la peggior perdita giornaliera della sua storia.
Secondo l’analista Michaël van de Poppe, il “Trump Tariff Day” rappresenta il culmine dell’incertezza, ma potrebbe anche segnare un punto di svolta per il mercato crypto.
Nonostante Bitcoin sia spesso descritto come rifugio contro l’instabilità della valuta fiat, questa volta ha seguito il comportamento degli altri asset a rischio, come le azioni. E il sentiment è crollato.
Intanto torna sulla scena Peter Schiff, storico critico di Bitcoin, che ha preso di mira Michael Saylor dopo il suo ultimo acquisto da 22.000 BTC a 87.000 dollari di media.
Schiff ha ironizzato suggerendo di “riempire il camion” per evitare che il prezzo vada sotto la soglia psicologica dei 68.000 dollari, il prezzo medio d’ingresso di MicroStrategy.
Analisi tecnica: dove andiamo da qui?
Bitcoin ha rotto al ribasso una figura tecnica importante: il triangolo simmetrico. Il prezzo è sceso da 82.000 a 75.700 dollari, con un target tecnico tra i 72.800 e i 71.600 dollari.
- La media mobile a 50 periodi ora funge da resistenza a 82.500
- L’RSI è sceso a 24: il mercato è in zona iper-venduto
- Supporti chiave: 74.400 – 72.800 – 71.600
- Resistenze: 76.800 – 78.400
Per tornare in modalità bullish serve una chiusura sopra i 78.000 dollari, altrimenti il rischio di ulteriori ribassi resta concreto.

Alcuni analisti ipotizzano però che si tratti di un classico bear trap: uno scivolone temporaneo che potrebbe precedere un nuovo attacco verso gli 85.000 dollari, una volta passata la tempesta macro.
Dazi, FTX e politica monetaria: i tre driver del prossimo movimento
Bitcoin ha chiuso il peggior primo trimestre degli ultimi 10 anni, con un calo dell’11,7%. Ma il quadro non è solo negativo. Le incertezze legate ai dazi potrebbero presto risolversi, e l’ipotesi di un taglio dei tassi o il ritorno del quantitative easing è tornata sul tavolo. Due fattori che storicamente hanno spinto gli asset digitali verso l’alto.
Il quantitative easing, o QE, è una strategia usata dalle banche centrali (come la Federal Reserve negli Stati Uniti) per stimolare l’economia quando è in difficoltà, ad esempio durante una recessione o dopo uno shock finanziario.
Come funziona? In pratica, la banca centrale crea denaro dal nulla e lo usa per comprare titoli di Stato o obbligazioni. Questo aumenta la liquidità nei mercati e spinge in basso i tassi di interesse, rendendo più facile per aziende e cittadini ottenere prestiti.
C’è poi la questione FTX: entro il 1° giugno, oltre 400.000 utenti devono completare la KYC per non perdere 2,5 miliardi di dollari in crediti. Il prossimo round di rimborsi da 11 miliardi è previsto per il 30 maggio. Se anche l’impatto iniziale dovesse essere moderato, il ritorno di liquidità nei mesi successivi potrebbe cambiare le carte in tavola.
Intanto cresce l’interesse per BTC Bull
Nel frattempo, un nuovo token sta catturando l’attenzione degli investitori: BTC Bull ($BTCBULL), un progetto che unisce meme culture e reward reali in Bitcoin.
Il sistema prevede premi automatici in BTC ogni volta che si raggiungono determinati traguardi di prezzo, premiando i veri holder.
Inoltre, offre un programma di staking con APY del 119%, che ha già attirato oltre 882,5 milioni di token in staking. Il coinvolgimento della community è in costante crescita.






