Binance: Prelevate crypto per oltre 3 miliardi di dollari in 24 ore – Ecco cosa sta succedendo

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Ruholamin Haqshanas
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Fonte: AdobeStock / Iryna Budanova

Oltre 3 miliardi di dollari sono stati prelevati da Binance, il maggiore exchange crypto al mondo, negli ultimi giorni dopo che hanno iniziato a circolare voci su possibili problemi per la piattaforma.

Stando a quanto ha rilevato DefiLlama, l’aggregatore di dati sul valore totale bloccato (TVL) sulla  DeFi, sono stati prelevati da Binance oltre 4 miliardi di dollari fino a martedì. Tra lunedì e martedì l’ammontare del prelievo era di 1 miliardo di dollari. Al momento, Binance possiede risorse per circa 60 miliardi di dollari sul proprio exchange.

Un tweet della compagnia di analisi su blockchain, Nansen ha rivelato che il deflusso di capitali su Binance è stato di 8,7 miliardi di dollari, mentre il flusso in ingresso è stato solo di 5,1 miliardi di dollari nel corso della passata settimana, il che rappresenta un valore netto di 3,6 miliardi di dollari di prelievi.

La corsa agli sportelli di Binance è stata provocata dai commenti di alcuni esperti crypto che hanno criticato i risultati della verifica sull’attività dell’exchange, condotta da Mazars. L’audit ha rivelato che l’exchange conta su riserve di bitcoin con un rapporto di collateralizzazione del 101%.

Non è dello stesso parere il cofondatore di Kraken, Jesse Powell, il quale sostiene che le cifre dimostrano che i bitcoin di Binance sono garantiti al 97%. Un portavoce di Binance allora ha twittato:

“Il ‘gap’ del 3% è dovuto a prestiti in BTC fatti ai clienti, attraverso i programmi di prestito o a margine, per i quali potremmo aver usato token esterni come collaterale. Se teniamo conto di questo fatto (in altre parole, se non ci fossero questi prestiti in BTC), allora ci sarebbe una collateralizzazione del 101%”

Powell non è sembrato soddisfatto dalla risposta. “Secondo me, il vero segnale d’allarme è che qui si cerchino di giustificare le garanzie collaterali invece di dare prova delle riserve” ha scritto. “Inoltre ammettono di essere insolventi rispetto al valore degli asset di cui non sono realmente in possesso, rispetto ai token che controllano.

Il trucchetto di fare affidamento sul ‘collaterale’ è esattamente lo stesso che ha usato FTX per fingersi solvibile.”

Inoltre, John Reed Stark, ex capo dell’Office of Internet Enforcement della SEC e noto critico delle crypto, ha dichiarato che l’audit non “apporta efficacia ai controlli finanziari interni”.

A gettare benzina sul fuoco dei sospetti si è aggiunta la decisione di Binance di interrompere i prelievi di USDC. Il CEO della compagnia Changpeng Zhao ha detto che avrebbero sospeso i prelievi fin tanto che era in corso uno “swap di token” che sarebbe stato completato solo appena le banche di New York avrebbero riaperto, permettendo così la conversione da BUSD a moneta fiat e quindi di nuovo verso USDC. Quindi la piattaforma ha riattivato i prelievi.

Alcuni hanno visto delle similitudini tra Binance e FTX, mentre il CEO di Nansen, Alex Svanevik non crede che il maggiore exchange al mondo sia effettivamente nei guai. Ha dichiarato:

“Direi che stiamo assistendo a prelievi maggiori del solito su Binance. E che questa situazione merita certamente di essere tenuta sotto controllo, ma in base a quello che  posso vedere finora, la situazione è molto diversa da quella di FTX.”

CZ ha definito spesso questa situazione come “FUD” (fear, uncertainty e doubt) ma in definitiva ritiene che permetterà di rafforzare la credibilità della piattaforma. “FUD è l’occasione per fare uno “stress test”, che in cambio permette di costruire credibilità per gli exchange in grado di superare il test” ha twittato.

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