L’Italia ridurrà l’aliquota sulle plusvalenze crypto dal 42% al 28%? L’indiscrezione arriva da Bloomberg
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Qualche giorno fa, prima che Bitcoin esplodesse verso nuovi massimi, era arrivata la notizia che il Governo Italiano avrebbe aumentato l’aliquota sulle plusvalenze delle criptovalute dal 26% al 42%.
La proposta era stata inserita nella nuova legge di bilancio 2025, che in questo giorni è approdata in parlamento dove dovrà essere discussa e approvata.
L’aumento era stato fin da subito considerato esagerato e iniquo, tanto che gli addetti ai lavori del mondo crypto avevano scritto una lettera aperta, indirizzata al Governo, per dissuaderlo. Inoltre, la Lega era apparsa fin da subito scettica sull’aumento. Nel partito di Matteo Salvini erano e sono in molti a non essere d’accordo.
Negli ultimi giorni, si era parlato di diversi emendamenti voluti da parte non solo della Lega, ma di tutta la coalizione di governo senza che emergesse nulla di concreto. Questa mattina è invece arrivato un colpo di scena.
Un articolo di Bloomberg sostiene che sia in atto una proposta per ridurre la tassazione al 28%, con un aumento di soli due punti percentuali rispetto all’attuale aliquota del 26%.
La proposta alternativa della coalizione di governo
Del resto la proposta non era piaciuta nemmeno a Forza Italia: “Riteniamo che un simile aumento delle tasse non sia giusto” aveva dichiarato Paolo Barelli, aggiungendo che: “aumentare la tassazione dal 26% al 42% non è ragionevole per nessuno, dai normali cittadini agli investitori di professione”.
Inoltre gli operatori di criptovalute hanno più lanciato l’allarme, spiegando che la tassazione italiana su questa classe di asset renderebbe l’industria locale meno competitiva rispetto ad altri Paesi dell’UE.
Secondo Bloomberg, parte della coalizione di governo si sta quindi riunendo per istituire un gruppo di lavoro permanente per lavorare a un emendamento che possa accontentare tutti.
Il ministro Giorgetti ha dichiarato di voler prendere in considerazione “forme diverse di tassazione per le persone che mantengono gli investimenti nel loro portafoglio” e molto probabilmente si lavorerà in questa direzione, con un sistema di tassazione progressiva.
Nei giorni scorsi anche Marcello Coppo, deputato di Fratelli d’Italia, ha presentato, assieme ad alcuni colleghi del gruppo, due emendamenti all’articolo 4 del ddl bilancio con l’obiettivo di parificare il trattamento fiscale delle cripto-attività a quello degli altri strumenti finanziari diversi dai titoli di Stato.
Sul tema è intervenuto con una sua dichiarazione Christian Miccoli, CEO di Conio, la fintech italiana partecipata da Poste Italiane e Banca Generali che ha lanciato il primo wallet italiano per la custodia di Bitcoin e di asset digitali.
“Siamo contenti di essere riusciti a stabilire un dialogo al fine di rivedere la proposta della legge di bilancio circa il trattamento fiscale delle cripto-attività. Si tratta di una questione centrale per favorire lo sviluppo del settore e dare maggiore libertà di scelta agli italiani. L’introduzione degli emendamenti proposti dall’on. Coppo e da alcuni suoi colleghi rappresenta un passo importante verso una regolamentazione più equa della tassazione sulle cripto-attività. Ci auspichiamo che il Parlamento continui a dialogare con il settore per trovare soluzioni equilibrate e lungimiranti”.
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