Crollo di Pi Network in arrivo? Ecco i 4 fattori da tenere d’occhio
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Il recente ribasso del prezzo di Pi Network che è costato al token una perdita di oltre il 33% in una settimana sembra stare rallentando. Ma restano indicatori tecnici e fattori fondamentali che lasciano presagire una nuova rottura ribassista, tanto da ritestare i minimi di aprile.
Dal punto di vista tecnico, Pi Network sta configurando un pattern pennant ribassista. In breve, un pennant è un pattern che si forma durante un periodo di consolidamento e presenta linee di tendenza convergenti dopo un grande movimento del prezzo.
La cosa non va meglio sul fronte dei fondamentali. Continuano a circolare i dubbi intorno al progetto e sempre più voci autorevoli accusano il progetto di essere una ghost chain. Altro fattore che mina la fiducia è la sua forte centralizzazione. Tutti fattori che rendono improbabile una quotazione a breve termine sui principali exchange.
Analisi tecnica di Pi Network: Si forma un pattern a pennant ribassista
Il prezzo di Pi Network ha iniziato a calare inesorabilmente dallo scorso 12 maggio. Cioè dopo aver toccato un massimo di 1,6631 dollari. Ora, invece, il prezzo di Pi Coin si trova al di sotto della media mobile a 50 periodi.
Adesso gli occhi sono puntati sull’attuale consolidamento del prezzo. Si sta formando, appunto, un pennant ribassista dalla forma caratteristica, con una candela verticale che svetta come una bandiera e intorno alla quale si è formato un pattern triangolare.
Un breakout ribassista potrebbe spingere il prezzo verso il supporto chiave di 0,5580 dollari, minimi testati il 9 e il 30 aprile.
La perdita di questo supporto aprirebbe la strada a un ulteriore calo fino al minimo di aprile di 0,40 dollari. Se si dovesse verificare questa ipotesi, allora il prezzo registrerebbe una flessione del 45% rispetto al livello attuale.
Al contrario, se il prezzo riuscisse a rompere la soglia psicologica di 1 dollaro, la situazione potrebbe ribaltarsi.
Lo stato delle cose rende improbabile un listing di Pi Coin su grossi exchange
Un altro fattore che rema contro la crescita di Pi Coin è la scarsa probabilità di una quotazione a breve termine su exchange di primo livello, come Binance e Upbit.
Se gli sviluppatori non faranno nulla per migliorare la situazione è improbabile che il token venga quotato su grosse piattaforme di trading.
Pi Network è una criptovaluta fortemente centralizzata. La Pi Foundation esercita un controllo predominante. In breve, la fondazione detiene almeno 72,7 miliardi di token, che al cambio attuale sono oltre 53 miliardi di dollari, distribuiti in sette wallet.
Se questo non fosse sufficiente, è noto che la fondazione possiede altri token in migliaia di wallet. Si tratta di una condizione che espone gli investitori a un alto livello di rischio dato che questi wallet non sono soggetti a verifiche indipendenti.
Per esempio, la fondazione potrebbe decidere di vendere all’improvviso i token o potrebbe subire un attacco informatico ai wallet. Tutte circostanze che potrebbe provocare un crollo del prezzo di Pi Coin.
Non stupisce che la maggior parte degli exchange appare riluttante a quotare un progetto crypto con un livello di centralizzazione così marcato.
Sblocchi dei token sulla rete Pi
Ci sono altri ostacoli che possono frenare la crescita del prezzo di Pi Coin, come i continui sblocchi di token.
Secondo i dati a disposizione, la rete sbloccherà 271,18 milioni di token nei prossimi 30 giorni, che in media significa oltre 9 milioni di token liberati sul mercato ogni giorno. Nei prossimi 12 mesi, saranno sbloccati 1,49 miliardi di token.
La portata di questi sblocchi è facile da calcolare. Se si considera che la fornitura massima di Pi ammonta a 100 miliardi mentre il circolante è di 7,9 miliardi, significa che la supply aumenterà di oltre 92 miliardi col passare del tempo.
Gli sblocchi, non fanno che alimentare l’offerta e rappresentano un rischio, soprattutto in assenza di una domanda di acquisto tale da assorbirla.
Pi è una ghost chain
Una ghost chain è una rete blockchain che non ha sviluppatori che creano applicazioni.
In origine Pi Network ha debuttato con 100 app. Peccato che la maggior parte di queste non ha ancora raggiunto la necessaria popolarità.
Inoltre, è prematuro valutare se i progetti finanziati con i 100 milioni di dollari di Pi Network avranno successo. Pertanto, senza applicazioni attive nella rete, è probabile che il token di Pi Network resti privo di un’utilità concreta.
Solaxy: una soluzione innovativa per migliorare l’ecosistema Solana
Mentre il prezzo di Pi Network affronta grossi rischi di calo, come abbiamo appena visto, progetti alternativi come Solaxy ($SOLX) si fanno strada come opzioni interessanti per gli investitori.
Il progetto offre un modello di tokenomic innovativo basato sull’ecosistema Solana e un approccio orientato alla scalabilità.
Solaxy sarà l’infrastruttura Layer 2 dedicata specificamente a Solana. Il suo obiettivo è migliorare la scalabilità della rete, riducendo la congestione e offrendo un ambiente ottimizzato per le applicazioni decentralizzate.
Si tratta di una caratteristica che lo rende ideale per chi punta su tecnologie avanzate in grado di supportare l’evoluzione del settore crypto.
La prevendita di Solaxy rappresenta un’occasione unica per entrare in un ecosistema blockchain in forte espansione, con benefici che vanno oltre la volatilità tipica delle meme coin.
Al momento, il token SOLX è proposto al prezzo di 0,00173 dollari, e il progetto ha già raccolto oltre 35 milioni di dollari. Si tratta della prevendita più interessante dell’anno nel suo ambito.
Un ulteriore vantaggio è la possibilità di mettere in staking i token SOLX, che offrono un APY del 130%. Si tratta di un’opportunità attraente per investitori che mirano a rendimenti stabili e a lungo termine.






