Consob oscura 2139: l’exchange ha rubato $27 milioni con uno schema Ponzi
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La Consob è intervenuta per oscurare nuovi siti internet pensati per estorcere soldi a ignare vittime. In particolare, l’exchange noto come 2139 Exchange e attivo su diversi portali sul web potrebbe aver drenato fondi per oltre 420 milioni di dollari.
Le autorità hanno divulgato un nuovo avviso e messo in guardia i consumatori nei confronti di fantomatiche piattaforme in grado di moltiplicare i rendimenti sugli investimenti. In ognuno di questi casi, la prima regola da rispettare resta sempre una: se è troppo bello per essere vero, quasi di certo non lo è.
Consob oscura quattro nuove piattaforme crypto, compreso l’Exchange 2139
Il comunicato è stato diramato il 25 settembre dalla Consob, l’ente che in Italia si occupa di vigilare sulle società finanziarie e i mercati.
L’elenco dei siti oscurati e delle società bloccate comprende:
- Bitmatic (https://maticbit.com);
- Xmtoro.com (https://xmtoro.com; https://account.xmtoro.com);
- 2139 Exchange (https://2139.online; https://2139.ltd; https://2139.fun);
- Cyber Capital (https://cybercapital.ltd).
Sale così a quota 1140 il numero di siti oscurati da luglio 2019, cioè da quando l’istituto può avvalersi delle norme per bloccare gli intermediari finanziari che offrono servizi online senza la necessaria autorizzazione.
Prendi i soldi e scappa
Stando alle ricostruzioni divulgate finora, l’exchange che operava sotto il nome di 2139 era riuscito a coinvolgere un numero importante di utenti in tutto il mondo.
Secondo le ricostruzioni, oltre 100 mila persone erano cadute nella rete di quella che sembra essere un’organizzazione molto efficiente. I truffatori sono riusciti ad adescare le vittime con la solita, irresistibile promessa: altissimi rendimenti oltre quelli di mercato e in pochissimo tempo.
Al momento, i siti di debunking, sono riusciti a intercettare fino a 27 milioni di dollari depositati sui conti riconducibili all’exchange 2139. Altri invece stimano cifre ben più alte, fino a 420 milioni di dollari provenienti da investitori in tutto il mondo e non solo in Italia.
A quanto pare, intercettare una parte di questi fondi non è stato poi così difficile, dato che le tracce portano a un account di Binance. Questo però figura tra gli intermediari finanziari autorizzati dalla Consob. Di conseguenza, potrebbe essere tenuto a collaborare con le autorità giudiziarie competenti per congelare i beni prima che scompaiano nel nulla.
In perfetto stile Ponzi, gli investitori attirati sulla piattaforma erano spinti a investire con la promessa di forti rendimenti. I profitti iniziali sembrano esserci effettivamente stati. Del resto questo è il tipico meccanismo della truffa. Presto, però, i soldi sono scomparsi insieme agli anonimi fondatori della piattaforma.
Da qualche giorno la piattaforma non era più accessibile e i conti erano bloccati. Quindi è scattato l’intervento dell’autorità a tutela degli investitori italiani.

I fondi degli utenti erano inaccessibili almeno dallo scorso 20 settembre, quando hanno iniziato a comparire schermate di generiche scuse. Almeno 200mila utenti tra Europa e paesi del medio oriente, di questi alcune decine di migliaia solo in Italia, sono caduti nella trappola.

Cosa rischiano gli utenti di 2139 Exchange
Gli utenti derubati dei loro risparmi rischiano grosso.
La truffa, infatti potrebbe non limitarsi al furto dei fondi degli investitori ma andare oltre in maniere molto pericolose.
I dati che gli investitori hanno condiviso con la piattaforma al momento della registrazione potrebbero essere rubati. Il furto di dati è una pratica comune quando si tratta di truffe online. Del resto, i dati sono il nuovo oro nero e possono valere ben più dei contanti in sé.
I dati ottenuti dalla registrazione potrebbero essere usati per creare profili falsi, i quali a loro volta possono essere impiegati in nuove truffe per adescare altre vittime.
Questi dati potrebbero essere rivenduti sul dark web ed esporre a rischi ben maggiori rispetto alla perdita dei risparmi.
Il consiglio, in questi casi, è di fare una denuncia preventiva alle autorità competenti. Dichiarando di temere di essere stati vittima di furto di identità ci si può tutelare dal rischio di essere coinvolti in accuse di crimini commessi da truffatori sotto falso nome.






